La primavera ormai è arrivata ed è possibile che, passeggiando per un parco o vicino a degli alberi, vi capiti di trovare un uccellino impaurito caduto dal proprio nido. In tal caso, in quale modo si potrebbe intervenire, per far sì che la bestiolina non incorra in eventuali pericoli?
La prima cosa da fare sarebbe quella di portare l’uccellino in uno studio veterinario, e nel caso in cui si tratti di una specie protetta o comunque rara è necessario chiamare la sezione LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) più vicina a voi.
Un’Aquila può restare senza mangiare un mese.
Ad ogni modo, se c’è l’intenzione di intervenire personalmente, è giusto conoscere alcune caratteristiche dell’animale, come per esempio il fatto che gli uccellini implumi, cioè che non hanno ancora il piumaggio, non sono capaci di sostenersi sulle proprie zampette, dormono la maggior parte del tempo o hanno gli occhi ancora chiusi, e perciò risultano totalmente inetti, cioè incapaci di sopravvivere senza le cure parentali; indi per cui è importante che l’uccellino venga posto in un luogo riparato dove, al tempo stesso, possa arrivare la luce naturale. Gli uccellini, inoltre, hanno bisogno di essere nutriti ogni mezz’ora iniziando appena fa giorno per poi smettere non appena arriva la notte.
Per nutrirli in maniera adeguata alle loro esigenze è fondamentale riconoscere di quale specie si tratti osservando la fattezza del loro becco.
Una Civetta delle Nevi (Nictea Scandiaca) può digiunare fino a 24 giorni . Se il becco è tozzo e decisamente robusto si tratta di granivori, come passeri e cardellini; questi vanno nutriti con un “pastoncino” di farina di semi, ovvero una polvere gialla, che viene venduta in tutti i negozi per animali, mescolata ad acqua quanto basta per rendere l’impasto cremoso; la somministrazione deve avvenire con uno stecchino a cui togliere preventivamente la punta; se possibile, almeno nei primi giorni, la dieta andrebbe integrata con esche vive come, per esempio, le camole della farina, che però vanno spremute. Se il becco è invece sottile e appuntito si tratta allora di insettivori, come per esempio merli e cinciallegre, per i quali è il caso di prepara un “pastoncino” diverso fatto con omogeneizzato di carne e camole del miele; per la somministrazione va utilizzata una siringa per insulina, naturalmente privata dell’ago; per le dosi invece è necessario chiedere informazioni specifiche ai centri di recupero, o ai professionisti come i medici veterinari, poiché queste variano in base all’età e alla taglia del volatile.
Una raccomandazione che vale per entrambe le specie è quella di non usare i bigattini come alimento; le larve di mosca sono carnivore e, restando vive nello stomaco dell’animale, possono provocare lesioni mortali.