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IL MICROCHIP…QUESTO SCONOSCIUTO
Cos'è, come funziona, a cosa serve

IL MICROCHIP….QUESTO SCONOSCIUTO
Dal 1° gennaio 2005 l’UNICO e OBBLIGATORIO sistema identificativo nazionale per gli animali d’affezione, come cani, gatti, furetti e conigli, è il MICROCHIP che ha sostituito il doloroso e antiestetico tatuaggio cutaneo all’interno della coscia
ll microchip deve essere conforme alla norma ISO (International Standards Organization) 11784 e all’Allegato A della norma ISO 11785. (da sito del Ministero della Salute)
I microchip sono circuiti integrati passivi, chiamati RFID (Radio Frequency Identification) ciò significa che viene letto attraverso onde a radiofrequenza che perciò NON contengono alcuna fonte di energia interna.
I componenti di base sono tre:
1-un chip al silicio (circuito integrato);
2-un nucleo di ferrite circondata da un filo di rame che agisce come una radio antenna, pronta a ricevere il segnale del lettore.
3-un piccolo condensatore che funziona da sintonizzatore per trasmettere le informazioni al lettore
Questi componenti sono racchiusi dentro una capsula di vetro biocompatibile, e sigillati ermeticamente per impedire l’ingresso di liquidi corporei. La superficie esterna della capsula è trattata con microsolchi per facilitare l’ancoraggio nei tessuti sottocutanei ed impedirne la migrazione.
Il microchip ha una dimensione esterna di circa mm 11 di lunghezza e di mm 2 di diametro, in pratica un chicco di riso ed è contenuto in un ago monouso
Il codice del microchip è formato da 15 cifre, le prime tre cifre identificano la ditta produttrice, seguono delle cifre “random” ( a sequenza casuale ) a completamento del codice.
Il sito dell’impianto è stabilito per legge, in cani e gatti, sul lato sinistro sotto la pelle alla base del collo, fra le scapole sulla linea dorsale. La posizione rimane fissa dato che il dispositivo è avvolto da strati sottili di tessuto connettivo che vi si formano dopo l’impianto, come una piccola cicatrice.
Agli animali non nuoce né fisicamente né psicologicamente
E’ obbligatorio provvedere all’identificazione e alla registrazione dei cani nell’ Anagrafe canina del Comune di residenza o della ASL competente.
I medici veterinari sono deputati all’applicazione del microchip, per garantire le corrette prassi e norme di igiene. Di norma a seguito della prima vaccinazione viene compilato il libretto sanitario dell’animale dove viene apposta anche l’etichetta contenente il numero del codice identificativo che dovrà corrispondere a quello visualizzato dal lettore e contestualmente richiedere il rilascio del certificato di iscrizione in anagrafe, che costituisce il documento di identità e che deve accompagnare il cane in tutti i suoi trasferimenti di proprietà. In caso di rilascio del passaporto individuale europeo per cane, gatto e furetto, il numero di microchip deve essere riportato nella pagina del documento relativa all’ identificazione dell’animale, dove sono specificati anche data di impianto e localizzazione del microchip.
Le guardie zoofile, il servizio veterinario delle ASL e i veterinari liberi professionisti sono forniti di un lettore di microchip.
Molte nazioni utilizzano e richiedono un numero di microchip insieme alla vaccinazione, come prova che la vaccinazione e l’animale corrispondano.
L’applicazione di microchip può essere richiesta nell’ambito delle regole del CITES che regolamenta il commercio di molti animali rari.
In sostanza se sei un proprietario che ha rispetto per il proprio animale “devi microcippare” , perché in caso di smarrimento è l’unico modo possibile per rintracciarti ed avvertiti del ritrovamento.
GATTI E FURETTI ?
I gatti e i furetti, per recarsi all’ estero, devono essere obbligatoriamente identificati con microchip per poter acquisire il passaporto europeo, documento indispensabile, come per il cane, per le movimentazioni fuori dai confini nazionali.
I proprietari di gatti e furetti possono iscrivere volontariamente i propri animali nelle anagrafi regionali.
I medici veterinari liberi professionisti possono registrare i gatti per libera scelta dei proprietari anche nella banca dati privata denominata “Anagrafe Nazionale Felina” realizzata dall’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani).